Nel grande fluire delle cose, impari che ogni fine è solo un inizio travestito. Parti con un remo e pochi pensieri, e scopri che il viaggio non ha confini: solo passaggi, metamorfosi, aperture. I rami si piegano, le acque scorrono, gli uccelli si alzano nel cielo senza chiedersi dove, e tu come loro sei chiamato a fidarti del vento. Non esiste una vetta ultima né una risposta definitiva: esiste un sentiero che si disegna mentre lo percorri, fatto di respiri, silenzi, intuizioni. L’infinito non è lontano, è in ciò che senti quando smetti di cercare. È l’eco di chi sei, che ritorna ogni volta in forme nuove, sempre diverse, sempre vere. L’infinito non si raggiunge. Si attraversa.

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